Premi Nobel e chiacchiere da bar
Nessuno è immune alle sciocchezze! Ne diciamo e ne facciamo tante, tutti. Questo è, per sommi capi, quello che ho imparato dall’ultimo libro di Silvano Fuso, Strafalcioni da Nobel. Storie dei vincitori del più prestigioso premio del mondo... e delle loro solenni cantonate (Carocci editore, 2018).
Silvano Fuso (1959) è un chimico e divulgatore italiano, socio effettivo del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). In questo suo libro ci racconta come neanche la scienza, che molti di noi (io in prima linea) ritengono la più alta forma di conoscenza raggiunta dall’umanità (seppur relativa e mai assoluta), sia avulsa da pregiudizi, falsi preconcetti, opinabili credenze e, talvolta, totale mancanza di razionalità.
Quale modo migliore per sviscerare il problema se non partendo dalle grossolane panzane sostenute dagli inarrivabili premi Nobel?
L’autore si concentra principalmente sui vincitori dei premi Nobel per la medicina, la fisica e la chimica, con qualche puntatina sui letterati che sconfinano in ambito scientifico. Se ne leggono di cotte e di crude, ve lo assicuro.
Il lettore si trova a sgomitare tra fantasmi, miracoli, spiriti, pretese di superiorità razziale, folli piani eugenetici e credenze pseudoscientifiche di vario genere. Pare incredibile, a dare aria alla bocca questa volta, infatti, sono persone all’apparenza rispettabilissime, grandi scienziati e studiosi della natura delle cose. Nessuno, ahimè, ne è immune.
Fortunatamente la ricerca scientifica è un’opera collettiva e i contributi individuali, per quanto geniali possano essere, costituiscono solo un apporto puntiforme al progresso scientifico e alle posizioni ortodosse che la comunità scientifica porta avanti nel suo complesso, sempre in accordo con le più recenti verifiche sperimentali. Questo è sicuramente il più grande antidoto contro la speculazione infondata e il pregiudizio che possono offuscare anche la più brillante delle menti.
Per dirla con le stesse parole di Silvano Fuso, “nessuno a questo mondo è immune da errore e quindi, per giudicare l’attendibilità di un’affermazione, non si deve fare riferimento all’autorevolezza di chi la pronuncia. Il principio di autorità non solo non ha alcun valore, ma soprattutto non ha alcun senso. L’unico criterio attendibile per stabilire la validità di un’affermazione è la sua corrispondenza con i fatti.”
Con tutto ciò non si intende, ovviamente, affossare la reputazione di coloro che dedicano anni allo studio e alla comprensione dei più disparati fenomeni della natura, tutt’altro.
Personalmente ritengo utile diffidare, in qualsiasi ambito, delle conclusioni tratte da coloro che puntualmente sconfinano dal proprio raggio di competenza avventurandosi in settori che non padroneggiano a dovere.
Silvano Fuso concede, comunque, molto spazio anche a ciò che di grande questi intellettuali, a tratti troppo umani, ci hanno lasciato. Potrebbe bastare per prenderne in considerazione la lettura.